I murales di Piazza IV Novembre

Ultima modifica 5 giugno 2023

I MURALES DI PIAZZA IV NOVEMBRE: Una storia che ne contiene molte altre...

 

Partiamo dal periodo di esecuzione dei lavori artistici

Questi murales, collocati sulle pareti della palestra della Scuola Media Statale Pio XII, sono stati realizzati nei seguenti anni:

Settembre 2022 - Opera “Festa della Classe” by artista “Giovanni Mulè Graphic Design” (anche autore dello “Stemma Comunale” che campeggia sull'ingresso del Palazzo Municipale affacciato a Piazza IV Novembre);

Febbraio 2023 – Opere “Coppa Italia 1991-92 e Minuto di Silenzio”, “Gioco del Ciàncol”, “In canoa sul fiume” e “Vincenzo Bertoglio” by artisti associazione “Skarti d'Autore” (anche autori del “Tunnel della Favole” e dei “Murales DinamicaMente 2023” collocati nei giardinetti di Viale Gandini adiacenti a Piazza IV Novembre). Questo gruppo di murales è stato realizzato coinvolgendo direttamente i ragazzi delle Scuole Medie, avvicinandoli culturalmente a una street art che punti ad abbellire e a rispettare il territorio, acquisendo al contempo manualità e nozioni tecniche.  

 

Il significato delle singole opere

01_CLASSE

Murale “Festa della Classe”

Quest'opera, arricchita da una cornice materica anch'essa dipinta per diventare parte integrante del lavoro artistico, ha per l'appunto la funzione di cornice urbana.

Il pannello da 100x140cm inserito al suo interno viene sostituito ogni anno in occasione del cerimoniale di chiusura della Festa della Classe e rappresenta il messaggio che i neo diciottenni Quinzanesi di quell'annata hanno deciso di lasciare al resto della comunità e a tutti coloro che riterranno di leggerlo.

Contestualmente, e per l'intero anno, ricevono dal Sindaco le “Chiavi della Città”, in rappresentanza della fiducia loro accordata e della responsabilità che ne deriva debuttando nel mondo degli adulti.

La Festa della Classe, della durata di tre giorni + uno, nacque a Quinzano d'Oglio durante la Seconda Guerra Mondiale e, da allora, ogni anno raduna tutti i neo maggiorenni del paese in una “settimana” di festeggiamenti e celebrazioni che durano ininterrottamente giorno e notte, con tanto di accampamento all'interno dei giardinetti di Viale Gandini, essendo proprio la prospiciente Piazza IV Novembre il luogo simbolo della manifestazione.

Con deliberazione di Giunta Comunale n. 120 del 24 agosto 2022, la Festa della Classe è stata ufficialmente inserita nel patrimonio storico, culturale e folcloristico del Comune di Quinzano d'Oglio.

Per approfondimenti sulla Festa della Classe e per conoscere la data in cui partecipare, di anno in anno, al coinvolgente cerimoniale pubblico di chiusura della manifestazione, consulta / scarica la seguente delibera comunale.

 

Dg 120_2022_Ufficializzazione Festa Classe Quinzano.pdf

 


 

02_COPPA ITALIA

Murale “Coppa Italia 1991-92 e Minuto di Silenzio”

Questo lavoro intriso di simbologie, come si evince dal titolo, ha un duplice valore, rifacendosi a due distinti fatti storici.

Il primo riguarda la Coppa Italia Dilettanti del campionato calcistico 1991-92, vinta dall’US Quinzano Calcio e disputata tra le Interregionali Dilettantistiche e la Categoria di Eccellenza Nazionale, sconfiggendo l'altra finalista, il Torres.

Dopo l'entrata in vigore della Legge n. 91 del 23 marzo 1981, che abolì il calcio semi-professionistico, le squadre del Campionato Interregionale (5º livello nazionale, 1° dilettantistico) partecipano a questa coppa, assieme a quelle di Eccellenza (1º livello regionale, 6º nazionale).

Il torneo venne diviso in due "binari" per ciascuna categoria con l'assegnazione delle rispettive Coppe Italia. Le due vincitrici si affrontano poi per l'assegnazione della Coppa Italia Dilettanti con la vittoria assoluta dell'US Quinzano Calcio, dopo quella contro la Maceratese (Eccellenza).

La partita del grande trionfo fu seguita via radio da tutta la comunità, in un'epoca in cui internet era ancora un miraggio, e quel sapore di unione e orgoglio territoriale ebbe modo di viaggiare su radiofrequenza.

L'allora squadra Quinzanese, in un'annata eroica pigliatutto, fu seguita e calorosamente supportata da tutto il paese, anche bardandolo a festa nei nostri colori sociali (bianco e rosso).

Il secondo significato di questo murale, invece, si rifà all'usanza mondiale del Minuto di Silenzio nei Campi di cui Quinzano d'Oglio rivendica la paternità.

Correva l'11 gennaio del 1941 quando, il diciottenne Quinzanese e calciatore dilettante, Pietro Gandaglia apprese sulla “Domenica del Corriere” dei nostri soldati defunti in difesa della città di Cheren in Eritrea.

Per onorare questi caduti, ebbe l'idea di introdurre il Minuto di Silenzio nei Campi all'inizio di ogni pubblica manifestazione sportiva e, all'indomani, scrisse al settimanale “Il Calcio Illustrato” per proporla al C.O.N.I.

Dopo poco più di un mese dalla proposta, con decorrenza al 23 febbraio del 1941, il Servizio Stampa del medesimo Comitato Olimpico Nazionale Italiano comunicò testualmente:

All'inizio di ogni pubblica manifestazione sportiva, i concorrenti, agli ordini del direttore di gara, osserveranno un minuto di silenzio e di raccoglimento per onorare la memoria degli atleti caduti in combattimento per la Patria nella guerra attuale. La disposizione sarà applicata a partire da domenica 23 febbraio 1941 e resterà in vigore fino al tremine del conflitto”.

 


 

03_CIANCOL

Murale “Gioco del Ciàncol”

Il Ciàncol, chiamato anche con altri nomi dialettali, era una sorta di baseball dei poveri che si giocava tra le nostre polverose strade.

La competizione consisteva nel scagliare il più lontano possibile un bastoncino di legno che si trovava a terra e che doveva essere sollevato e battuto con una regola precisa, di seguito descritta.

Talvolta, la sfida non si limitava genericamente alla sola distanza di lancio, bensì al raggiungimento di una ben precisa base, sulla falsariga del baseball appunto.

Nel dettaglio, si doveva colpire un bastoncino a doppia punta posizionato a terra per farlo sollevare, avvalendosi di un altro bastone adibito a mazza per colpire nuovamente al volo il legnetto e scagliarlo così lontano.

Questo gioco, diffuso anche in India, assume qui, non solo il valore di una testimonianza appartenente alla memoria storica bresciana e quinzanese, ma anche un significato simbolico di integrazione e incontro culturale, essendo quella indiana la principale minoranza etnica locale.

 


 

04_CANOA

 Murale “In canoa sul fiume”

Un'opera che intende celebrare l’importanza dei corsi d'acqua locali per la nascita e lo sviluppo di Quinzano d'Oglio nei secoli, un comune che, già nel nome, rimarca la sua fondamentale appartenenza geografica al Fiume Oglio.

Terra fertile per l'agricoltura, riserve d'acqua per garantire i raccolti, cave per costruire, idrovie per trasportare e, per molti anni, anche località balneari per affrontare le calde estati: ecco in breve l'importanza dell'Oglio per Quinzano.

Accanto al grande fiume, anche la rigogliosa Roggia Savarona, anch'essa navigabile con adeguati natanti e importante risorsa territoriale dai molteplici impieghi, come quelli in capo alla storica filanda, agli antichi lavatoi, alla zona delle macine ed altre attività agricole e industriali.

Due corsi d'acqua che, delimitando Quinzano a sud e solcandolo nel suo cuore urbano da ovest a est, ne hanno disegnato un'orografia tutt'altro che pianeggiante a discapito dell'ubicazione del borgo in una circondante e vasta area priva di rilievi, caratterizzando quindi positivamente il paesaggio e donandogli sia il Parco dell'Oglio che quello della Savarona.

Dalle piroghe medievali ai contemporanei kayak, la natura fluviale di Quinzano d'Oglio continua a dare benefici ai suoi residenti e visitatori, non solo per le tradizionali attività economiche, ma per la scoperta e riscoperta del territorio e delle sue bellezze nascoste.

 


 

05_BERTOGLIO

Murale “Vincenzo Bertoglio”

Vincenzo Bertoglio fu un importante artista quinzanese attivo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900.

Nato a Brescia il 29 novembre 1878 da Giulio e Angela Rossini, crebbe a Quinzano d’Oglio nell’abitazione di famiglia.

Vincenzo, tra estro artistico e senso patriottico, indossava sovente il berretto da garibaldino del padre, in alternativa ad uno a larghe falde, mentre dipingeva all'aperto. Canticchiava qualche motivo particolare scrutando i passanti che lo guardavano sempre incuriositi. Il suo era uno sguardo indagatore, sempre, pronto a cogliere le espressioni del viso o gli stati d’animo della gente. Le stesse manifestazioni che poi cercava di trasporre sulla tela.

La vocazione artistica di Vincenzo fu notata fin da bambino dai genitori e dai parenti stupiti per il fatto che riuscisse a vedere anche particolari apparentemente insignificanti nei disegni che faceva.

Nonostante tale riconosciuta dote, famigliari e parenti ritenevano che la pittura potesse essere un hobby, ma non certo una professione, in quanto non offriva nessuna garanzia per il futuro, ma il giovanissimo Bertoglio scatenò un putiferio ribadendo di voler frequentare una scuola d’arte.

Alla fine Vincenzo, non ancora quattordicenne, venne iscritto alla Scuola Comunale di Disegno “Moretto” di Brescia dedicata ad Alessandro Bonvicino.

La mamma Angela, dotata di un forte carattere, decise poi di trasferirsi a Parma per far frequentare gli studi superiori e universitari ai propri figli: uno si iscrisse alla facoltà di Medicina, un altro a Legge, mentre Vincenzo, realizzando il suo sogno artistico, entrò nel Regio Istituto di Belle Arti, uno dei più rinomati d’Italia.

Per Vincenzo, quegli anni furono un arricchimento continuo che lo portarono a visitare musei e gallerie ricchi di arte e storia. Abitando in città poté legarsi all’ambiente artistico e culturale locale, mentre affrontava brillantemente gli studi.

Nel 1903 e nel 1905 partecipò, a Brescia, alla biennale del concorso “Camillo Brozzoni” con due quadri ad olio che si aggiudicarono il secondo posto in entrambe le competizioni.

Non considerando ancora finito il suo percorso artistico si recò a Roma per perfezionarsi nella figura. In seguito decise di frequentare l’Accademia Carrara di Bergamo per meglio apprendere la tecnica dell’affresco.

Tornato a Quinzano si mise a cercare ordini di lavoro e, oltre che da privati benestanti locali, cominciarono ad arrivare commissioni da tutta la provincia e oltre, tra cui i 14 quadri della Via Crucis custoditi nella Chiesa S.S. Trinità Ponte di Legno (Bs).

Negli anni '30, si recò a Torino per partecipare alla decorazione della basilica di S. Maria Ausiliatrice e, nello stesso periodo, alcuni suoi dipinti furono richiesti in Etiopia e in Belgio.

Altre opere, esposte presso la libreria Castaldi in città, andarono distrutte a causa dello scoppio di una bomba, mentre la sua presenza era richiesta nelle più prestigiose esposizioni pittoriche non solo nel bresciano. Fu un pittore eccezionalmente prolifico di ritratti che riempivano il suo studio.

Nel frattempo insegnava l'arte nelle scuole del paese e teneva anche lezioni private di pittura.

La tecnica di Bertoglio andò modificandosi nel tempo attraverso l'esplorazione dei vari stili: dal romanticismo al realismo, per poi approdare all’espressionismo.

Bertoglio si spense nella Casa di Riposo di Barbariga, pochi giorni prima di compiere il suo ottantaseiesimo anno, il 21 novembre 1964.

Già commemorato con la via a lui intitolata nel Villaggio Marcolini, tra grandi artisti come Leonardo Da Vinci, Moretto, Foppa, Romanino e Savoldo, oggi è anche ricordato in questo murale.

 


 

Quinzano d'Oglio è anche questo: una grande comunità la cui ultra millenaria storia è scritta in innumerevoli volumi e che, grazie a queste opere, è oggi artisticamente rappresentata sui muri della cultura locale ovvero sui libri del Popolo.