Progetti

Ultima modifica 9 aprile 2021

Il Comune di Quinzano d'Oglio ha individuato un primo elenco di interventi a cui destinare i proventi del Decreto ArtBonus: progetti di manutenzione, protezione e restauro di edifici e beni culturali e progetti di sostegno per gli istituti e i luoghi della cultura. Successivamente al raggiungimento delle quote di spesa indicate per ciascun progetto e alla realizzazione del progetto stesso, il Comune provvederà ad aggiornare gli elenchi.

Qualora le erogazioni ricevute per ciascun bene non risultino sufficienti ad avviare l'azione prevista, il Comune si riserva di far convergere i fondi percepiti verso altri progetti rientranti nell'elenco.

Restauro affreschi dei portichetti del cimitero di Quinzano d'Oglio
presso l'Antico Cimitero di Quinzano d'Oglio - Via Pieve.

Costo del progetto Euro 30.000,00

Donati Euro 0,00

Gli eleganti portichetti secenteschi, che fungono da entrata principale del cimitero sul lato ovest, vennero costruiti nel 1605.

La delibera originale del Consiglio Comunale che ne approva la costruzione (e diligentemente trascritta dal sig. P. Gandaglia) è datata 20 marzo 1605 e così dice:
"Insuper è comparso nel presente Consiglio il Rev.mo Don Pietro Antonio Castelnuovo Curato dignissimo in Quinzano: qual ha detto che vorrebbe far fare alquanto di muraglie per frontespizio al Cimitero della pieve per evitare che le bestie non vadano sopra esso cimitero, intesa questo Consiglio essa dimanda et saputo che è cosa bisognevole si remetono in sua Rev.a di far quel tanto che a lui parerà e cosi hanno concluso viva voce".

Lo storico Agostino Pizzoni (a pag. 34 di "Historia di Quinzano castello del territorio di Brescia", per Antonio Rizzardi, Brescia 1640) scrive alcune righe che servono a completare l'argomento: "Questo anno fù principiata la fabrica intorno al Cimiterio della Pieve, con sepolture, casa del Custode ornata di bellissime pitture per opera del curato Castelnuovo".

I portichetti in questione sono una nota di elegante architettura a degno coronamento del complesso della Pieve. Esternamente si presentano con tre entrate, rifinite in pietra, di cui quella centrale. più alta è fiancheggiata da lesene (come le tre entrate all'interno) ed è sormontata da classiche decorazioni a metope e triglifi. Una dentellatura, a parallelepipedi rettangolari, prosegue per tutta la lunghezza esterna della cornice del sottotetto. Internamente i portichetti sono delimitati da pilastri cruciformi su cui si scaricano gli archi delle brevi campate. Piacevole, nella sua semplicità, è pure il lato est degli stessi. A sud sono attualmente delimitati dalla cappella Bissini ma, una volta, dovevano continuare sino ad allacciarsi alla muraglia perimetrale esterna mentre, a nord, vi è la casa del custode (cui si accennava precedentemente) anticamente denominata del "romìto".

Due serie di affreschi adornano l'interno della parete ovest la prima secentesca, la seconda dell'ottocento. La più antica è dipinta nella metà nord e rappresenta le atroci torture che hanno dovuto subire i martiri del Cristianesimo: cinque sono i frammenti che rimangono, appartenenti ad altrettanti affreschi, eseguiti con i caratteri propri del periodo post-Tridentino. La serie più recente, invece, esprime già più idealmente l'atto della martirizzazione (tra questi S. Agata e S. Apollonia) e un'immagine della stigmatizzazione della Beata Stefana Quinzani; venne parzialmente restaurata agli inizi di questo secolo. Sulla parete nord della citata Cappella Bissini, negli anni '30, Giuseppe Mozzoni eseguì un altro affresco raffigurante "Gesù nell'orto degli ulivi" che va ora velocemente dissolvendosi.
Il restauro, promosso dal Comune, ha visto la scrostatura degli intonaci e il relativo rifacimento della malta esteriore, la nuova pavimentazione e la sistemazione dei tetti (livellatura, catramatura, fissaggio tegole).

Un grosso pericolo incombe sugli affreschi, in particolar modo su quelli secenteschi, in cui la policromia si sta sollevando ormai troppo celermente. Il restauro contribuirà alla conservazione di queste opere di fede, arte e storia quinzanese.
Fonte : Angelo Locatelli - Archivio GAFO - Quinzano.

Indagini archeologiche nell'area adiacente la Pieve di S. Maria nel cimitero di Quinzano d'Oglio
presso l'Antico Cimitero di Quinzano d'Oglio - Via Pieve.

Costo del progetto Euro 10.000,00

Donati Euro 2.000,00

L'indagine archeologica, avviata nel mese di gennaio e tutt'ora in corso, in concomitanza con il rifacimento della pavimentazione del sagrato circostante la Pieve di S. Maria nell'antico cimitero di Quinzano, ha portato alla luce una sorprendente e complessa stratificazione di murature e sepolture, pertinente all'evoluzione funzionale dell'edificio battesimale prossimo alla pieve tra l'età longobarda e il XVI secolo.

Sono state infatti finora individuate tre fasi medievali di trasformazione del battistero che, tra VIII e XIII secolo, fu ristrutturato e ampliato fino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria chiesa, articolata in più corpi, in immediata adiacenza al maggiore edificio della pieve. Alla chiesa d'età longobarda e all'attiguo battistero sono con ogni probabilità da ricondurre le numerose sculture architettoniche di VIII-IX secolo provenienti dalla chiesa rurale di S. Maria della Rosa, demolita nel 1974, oggi conservate in un'abitazione privata.

Non è peraltro da escludere che tanto l'ecclesia di S. Maria quanto il battistero abbiano un origine ancora più antica (V-VI secolo) come verificato dall'archeologia in anni recenti nelle pievi di Bedizzole, Nave, Ghedi, S. Lorenzo di Desenzano e nella chiesa funeraria di S. Pietro in Mavinas di Sirmione.

Di grande interesse è infine il rinvenimento, appena fuori dell'edificio battesimale, di una sepoltura d'epoca tardolongobarda o carolingia (VIII-IX secolo) di una madre morta di parto, sepolta insieme al nascituro, e di un sarcofago monolitico di sagoma antropoide, che al momento costituisce un unicum in tutto il territorio lombardo e la cui datazione potrà essere precisata solo da analisi radiocarboniche sui resti scheletrici in esso contenuti.

Considerata l'eccezionalità del ritrovamento, Soprintendenza e Comune intendono portare a termine le indagini e gli studi sull'edificio battesimale e prevedere il recupero ed allestimento in sito delle due sepolture, dando infine conto dei ritrovamenti con pubblicazione a stampa e divulgazione online.

Fonte: Documento Direzione scientifica Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia- 12/02/2017.